Oreficeria napoletana: storia e eccellenza artigianale
Oreficeria napoletana. Romualdo Pettorino (CNA): «Premiare la grande tradizione vuol dire riconoscere l’impegno di chi ha vissuto una vita intera per l’artigianato»
Non è stato soltanto un premio, ma un orgoglioso e doveroso riconoscimento nei confronti di grandi maestri dell’oreficeria napoletana che hanno fatto la storia di questo settore dall’ultimo dopoguerra ad oggi. E’ questa la sintesi dell’evento “L’arte orafa campana, incontri e racconti” che al prestigioso Centro orafo Oromare di Marcianise, ha voluto sottolineare l’eredità che i maestri artigiani dell’Antico Borgo Orefici di Napoli lasciano alle generazioni future, a quei tanti giovani che si avviano ad intraprendere uno dei mestieri più belli e creativi in assoluto.
Il settore orafo, dopotutto, rappresenta il vanto del made in Italy nel mondo, un’arte antica che colloca a Napoli la sua culla dal primo Medioevo fino ai nostri giorni.
Astuto e lungimirante l’imperatore Federico II di Svevia che nell’arte orafa intravide una luce di modernità, eccellenza e benessere.
L’incontro al centro Orafo Oromare guidato da Gennaro Mincione, è servito anche a fare il punto sulle criticità del settore con l’economista Gianni Lepre; a capire il futuro della filiera con Benedetta Rostan, dirigente dell’Istituto F.Degni di Torre del Greco e l’Università Vanvitelli con la delegata Maria Dolores Morelli. Contributo di idee anche da Luigi Truono CNA Salerno. Presenti all’evento anche Vincenzo Liverino, presidente CIBJO the World Jewellery Confederation e Simona Micheli, coordinatrice nazionale CNA settore Artistico e Tradizionale.
«Gli artigiani premiati all’evento di Oromare – sottolinea Romualdo Pettorino, presidente di CNA Orafi Campania – Vittorio Buccino, Giuliano Colicchio, Franco De Caro alias “Schwarz”, Gaetano Fusco alias O’Cinese, Antonio Linguiti, Gennaro Marfè, Giuseppe Oliva; e poi ancora premiati nel ricordo alla presenza degli eredi: Aldo Bosso, Giovanni Florio, Domenico Maspi alias “Mitragliatrice”, rappresentano non solo la Storia dell’Oreficeria italiana e napoletana, ma un punto fermo dal quale ripartire per continuare a dare lustro, immagini e risultati al nostro settore».
«Sono pienamente concorde col presidente nazionale degli orafi Arduino Zappaterra che ha sottolineato l’importanza della creazione di questo IV distretto orafo che riporti equilibrio nell’intera filiera e promuova la grande tradizione dell’oreficeria napoletana di cui tutti noi siamo figli”.
Il presidente Pettorino, che tra le altre cose è un noto gemmologo, ha poi continuato:
“Premiare la grande tradizione vuol dire riconoscere l’impegno di chi ha vissuto una vita intera per l’artigianato, sostenendo con le proprie mani, col proprio ingegno e creatività un settore che oggi vanta numeri importantissimi”. Il presidente degli orafi campani di CNA ha poi concluso: “La lezione che abbiamo imparato dai nostri maestri premiati ad Oromare è stata importante: Lavoro, sacrificio e creatività sono stati, sono e restano l’anticamera dell’eccellenza».
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