Stabilità negli investimenti delle imprese italiane
La propensione delle imprese italiane a investire rimane stabile, secondo l’Osservatorio Crif. Settori diversi mostrano andamenti variabili.
Secondo l’Osservatorio sulle Imprese realizzato da Crif, che sarà presentato durante l’evento annuale Tomorrow Speaks, la propensione delle imprese italiane a investire è rimasta stabile e cauta nei primi mesi del 2024. I risultati di questo studio sono significativi poiché analizzano un campione di oltre 2,5 milioni di imprese, inclusi ditte individuali, società di persone e società di capitali. Durante il primo semestre del 2024, si è registrato un incremento minimo (+0,9%) nel numero di finanziamenti richiesti, mentre il volume degli importi erogati ha mostrato un lieve calo (-0,1%).
Un dato rilevante è l’andamento positivo del tasso di default, che si attesta al 2,46% per le società di capitali, all’1,6% per le società di persone e al 2,4% per le ditte individuali. Questa stabilità rappresenta una novità rispetto ai forti aumenti registrati a partire dalla fine del 2022. Tuttavia, si osserva una crescita nei prestiti rateali, con andamenti diversificati tra i settori. Ad esempio, il leasing immobiliare ha subito un forte calo, mentre il settore automobilistico ha visto un incremento, spinto dall’aumento dei prezzi dei veicoli e dalla transizione green.
Nel dettaglio, il settore del turismo ha mostrato un incremento degli importi erogati del 11%, mentre i trasporti e logistica hanno registrato un aumento del 10,5%. Questi risultati sono stati influenzati dalla necessità di adeguare le strutture aziendali a nuove sfide e opportunità, come la transizione ecologica. Tuttavia, i settori del tessile e delle costruzioni si trovano in difficoltà, con una diminuzione del volume dei finanziamenti erogati nel primo semestre dell’anno.
Per le costruzioni, la contrazione del 6% è stata attribuita alla diminuzione degli incentivi legati all’ecobonus, che aveva supportato fortemente il settore nei periodi precedenti. Le aziende più piccole, che avevano beneficiato di una crescita rapida, ora si trovano in difficoltà e potrebbero vedere aumentare la loro rischiosità nei prossimi 12-18 mesi. Per il tessile e l’abbigliamento, il tasso di default ha visto un incremento del 0,4%, attestandosi attorno al 3,2%, mentre l’erogato è diminuito del 9%.
Infine, si distingue il settore delle imprese innovative, composto da circa 425.000 realtà. Queste aziende, localizzate principalmente in Lombardia, presentano una minore rischiosità, con un tasso di default medio dell’1,6% e una maggiore puntualità nei pagamenti. I bilanci delle imprese innovative mostrano performance economiche più robuste e tassi di crescita del fatturato superiori rispetto alle aziende non innovative, evidenziando l’importanza dell’innovazione nel garantire stabilità e successo economico.