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Settore automotive italiano in crisi nel 2024

Last Updated: Ottobre 31, 2024By Tags: , , ,

Il 2024 segna un calo di ricavi per il settore automotive italiano, con produzione in calo e incertezze sulla transizione elettrica.

Il 2024 rappresenta un anno di crisi per il settore automotive italiano, con previsioni di peggioramento anche per il 2025. Secondo i dati raccolti dall’Osservatorio di Anfia (Associazione della filiera automotive) e dalla Camera di commercio di Torino, il 55% delle aziende del settore ha registrato una diminuzione dei ricavi nel 2024, con particolare difficoltà per il mercato interno. La causa principale è il calo della produzione di Stellantis in Italia, che ha determinato un’aspettativa negativa sul fatturato per due aziende su tre, con un saldo negativo di circa il 40%.

Per le oltre 2.000 aziende italiane del comparto componentistica, che impiegano complessivamente 170.000 persone e generano quasi 60 miliardi di euro, il 2024 interrompe la fase di ripresa post-Covid iniziata nel 2023, anno che aveva chiuso con una crescita del 3,1% del fatturato. Le attuali difficoltà economiche influenzano non solo i livelli di occupazione, con una riduzione prevista per un’impresa su tre, ma anche la propensione agli investimenti, che registra un saldo negativo del 19%. La situazione è particolarmente critica in Piemonte, regione che ospita oltre il 30% delle imprese del settore e dove tutti gli indicatori si rivelano più problematici rispetto alla media nazionale.

L’Anfia prevede per il 2024 una riduzione del 30% dei volumi produttivi di auto e veicoli commerciali. Per la prima volta, si prevede che la produzione di auto e veicoli commerciali si attesterà sullo stesso livello, un dato inedito in Italia. Due fattori principali influenzano questa crisi: il generale calo dei volumi produttivi in Europa e l’incertezza legata alla transizione verso l’elettrico, ancora in una fase di stallo. Quest’ultimo aspetto incide pesantemente su circa il 30% delle aziende italiane, specializzate nella produzione di componenti per motori tradizionali, che rischiano di non adattarsi in tempo al cambiamento.

Stellantis e Iveco, un tempo clienti principali per le aziende italiane del settore, rappresentano oggi una quota di ricavi in calo. La percentuale di ricavi provenienti da queste due aziende è passata dal 41,4% del 2021 al 35% del 2024. Questa tendenza negativa, emersa nel 2022, si è aggravata, nonostante il legame dell’indotto con Stellantis rimanga forte per circa il 70% delle imprese.

Infine, il settore deve affrontare il taglio di 4,6 miliardi di euro nel Fondo Automotive, riduzione denunciata recentemente da Anfia. Per due terzi delle aziende del comparto, sarebbe necessario un sostegno mirato da parte dello Stato, anche se solo un’azienda su tre considera sufficienti le misure attualmente disponibili. Il 14 novembre, il ministro Adolfo Urso ha previsto un incontro con Stellantis per discutere il futuro del settore.