Alpi senza neve: stagione sciistica a rischio apertura
Il caldo ritarda l’inizio della stagione sciistica. Cannoni per neve pronti, ma servono temperature sotto zero
Il clima anomalo, con temperature elevate e assenza di neve, sta mettendo a dura prova l’inizio della stagione sciistica sulle Alpi italiane, che generalmente si apre con il ponte dell’Immacolata. In questo periodo, le temperature rimangono sopra lo zero anche in alta quota, impedendo l’utilizzo dei cannoni per la neve programmata, che necessitano di almeno -3 o -5 gradi e condizioni specifiche di umidità e vento per funzionare.
Nonostante il meteo sfavorevole, l’Apt di Madonna di Campiglio mantiene un cauto ottimismo. Bruno Felicetti, direttore generale di Funivie Madonna di Campiglio, ha annunciato che si prevede l’apertura anticipata di alcune piste nel comprensorio del Grostè a 2.500 metri, per il 16 novembre, anche se, senza un calo delle temperature, potrebbe slittare al 23 o al 30 novembre. Anche a Livigno, noto come il “Piccolo Tibet d’Italia”, le montagne restano prive di neve e lo zero termico si trova a 3.700 metri, ben al di sopra delle quote sciabili.
In attesa di una nevicata naturale, il Dolomiti Superski punta ad aprire i suoi comprensori principali, tra cui Cortina d’Ampezzo e Plan de Corones, entro l’ultimo sabato di novembre. Andy Varallo, presidente del consorzio, sottolinea che i cannoni per la neve programmata saranno attivati appena le temperature lo permetteranno, ma i costi restano elevati a causa del caro energia in Italia, superiore a quello di altre località europee.
La Vialattea, in Piemonte, guarda con ottimismo alla stagione grazie alla sua esposizione favorevole a nord e alle altitudini elevate, che raggiungono i 2.000 metri. Il presidente Giovanni Brasso ammette che il clima mite ha rallentato la vendita degli skipass, ma spera nell’arrivo di temperature più rigide. L’installazione di nuovi impianti per la neve programmata su un tracciato di 5.000 metri è stata facilitata dal clima asciutto.
Valeria Ghezzi, presidente Anef, ha sottolineato che gli impianti sono pronti a produrre neve in 48-60 ore, una volta che le temperature caleranno, per aprire le piste entro il ponte dell’Immacolata. Tuttavia, Ghezzi evidenzia un problema di tipo “psicologico”: lo scenario autunnale brullo attorno alle piste artificialmente innevate potrebbe scoraggiare i visitatori, riducendo l’afflusso di sciatori.