ChatGPT è riuscito a superare con successo il test di ammissione della facoltà di informatica dell'Università di Torino.

ChatGPT supera il test d’ammissione dell’università

Last Updated: Maggio 3, 2024By Tags: , , ,

ChatGPT è riuscito a superare con successo il test di ammissione della facoltà di informatica dell’Università di Torino.

Un interessante esperimento condotto presso l’Università di Torino ha dimostrato che ChatGPT, un chatbot basato sull’intelligenza artificiale sviluppato da OpenAI, è riuscito a superare con successo il test d’ammissione all’università. Questo esperimento solleva importanti questioni riguardo all’uso della tecnologia nell’ambito dell’istruzione.

I docenti del dipartimento di Informatica hanno voluto testare le capacità di ChatGPT e sono rimasti impressionati dai risultati ottenuti. Il software ha sostenuto le prove scritte del primo anno universitario con successo. Ciò ha dimostrato un livello di comprensione e padronanza dei contenuti sorprendente.

Tuttavia, questa nuova frontiera tecnologica ha sollevato preoccupazioni tra i docenti, che ritengono necessarie delle contromisure per affrontare il potenziale impatto di questa tecnologia sull’istruzione. C’è il timore che la diffusione di strumenti come ChatGPT possa essere utilizzata in modo distorto e mettere a rischio l’integrità degli esami e dei processi di valutazione.

ChatGPT è un chatbot avanzato, addestrato con tecniche di apprendimento automatico e ottimizzato per la conversazione umana. È stato sviluppato da OpenAI e rappresenta un passo avanti nell’applicazione dell’intelligenza artificiale nel campo della comunicazione e dell’assistenza virtuale.

Oltre all’Università di Torino, altre istituzioni accademiche stanno esplorando l’integrazione di ChatGPT e altre tecnologie simili nell’ambiente educativo. Ad esempio, presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, ChatGPT è stato integrato in un robot sociale, consentendo al chatbot di interagire con gli studenti in un contesto fisico.

L’uso di chatbot e assistenti virtuali nell’istruzione solleva domande importanti sull’equità, sull’accessibilità e sull’integrità accademica. È importante che le istituzioni educative sviluppino politiche e procedure appropriate per gestire l’uso di queste tecnologie, garantendo al contempo che gli studenti abbiano accesso a un’istruzione equa e di qualità.

«Dagli esperimenti che abbiamo effettuato è emerso che il software è capace di formulare delle soluzioni
corrette rispondendo a quesiti di alto livello, formulati cioè per valutare la preparazione accademica di uno
studente iscritto al primo anno del nostro corso di laurea – spiega il professor Elvio Amparore, uno dei
docenti di Informatica che ha eseguito il test –. Ma il discorso cambia se si passa ad esercizi più complessi».

«I test sono stati eseguiti proprio per capire se gli esami a UniTo siano “resistenti” ad una tecnologia così dirompente. “L’Università dovrebbe prendere posizione contro quanto sta accadendo perché ci sono strumenti prematuri, ed è il caso di ChatGPT, a disposizione di tutti e senza particolari salvaguardie» ragiona Guido Boella, anche lui docente al dipartimento di Informatica di Unito.

«Alcuni atenei stranieri – ricorda – hanno già stilato dei manifesti in cui si fa appello agli studenti sul fair play nella carriera accademica sconsigliando l’uso di questi strumenti. Si potrebbe replicare anche qui. Un’altra soluzione, anche se difficilmente percorribile dati i costi, sarebbe quella di riadattare i metodi didattici, ad esempio aumentando le prove orali”.

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