Crisi fondi automotive: taglio di 4,6 miliardi
Il governo taglia 4,6 miliardi ai fondi per l’automotive, preoccupando aziende e lavoratori in un settore già in crisi.
L’industria automobilistica italiana si trova a fare i conti con un taglio drastico dei fondi, pari a 4,6 miliardi di euro, riducendo la dotazione iniziale del Fondo Automotive da 8,7 miliardi. Dei fondi rimanenti, sono previsti solo 1,2 miliardi per supportare le misure incentivanti, erogati a scaglioni: 200 milioni all’anno dal 2025 al 2027 e 600 milioni dal 2028. Questo forte ridimensionamento ha suscitato grande preoccupazione tra le imprese del settore, già duramente colpite dalla crisi e dalla difficoltà della transizione verso l’elettrico, a detta di Anfia (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica).
Il comparto automobilistico è uno dei più importanti in Italia, con 270mila addetti e un fatturato che supera i 100 miliardi di euro. Tuttavia, il settore affronta da tempo una trasformazione epocale e un mercato stagnante in Europa, con il rischio di un calo produttivo significativo. Anfia sottolinea come questa riduzione del Fondo rappresenti un colpo al lavoro svolto finora, contraddicendo gli sforzi che il Governo aveva portato avanti in Europa per migliorare la regolamentazione a favore del settore.
Le criticità non sono poche. Sul tavolo anche la convocazione di Carlos Tavares, amministratore delegato di Stellantis, al Ministero per le Imprese e il Made in Italy (Mimit), sollecitata dai sindacati, che hanno manifestato per supportare il settore in crisi. Le organizzazioni sindacali Fim, Fiom e Uilm chiedono un confronto diretto anche con la Presidenza del Consiglio, per discutere le misure necessarie a salvaguardare l’industria automobilistica e i posti di lavoro.
I dati fotografano una situazione difficile: a settembre le immatricolazioni di auto in Italia sono scese del 10,7% e, nei primi nove mesi del 2023, la crescita è stata minima (+2,1%). La produzione di Stellantis ha registrato un calo del 30%, mentre i dati Istat mostrano una riduzione della produzione industriale del 29,3% rispetto ad agosto 2023. Questi dati confermano la necessità di un Piano di Sostegno alla competitività e alla transizione che, finora, è mancato.
Il ministro Adolfo Urso si dice pronto a supportare la filiera, sottolineando l’importanza della componentistica, punto forte del Made in Italy, e promettendo interventi sugli investimenti produttivi. Tuttavia, il taglio al Fondo potrebbe complicare questa strategia. Resta da vedere se il Governo troverà una via per cambiare approccio e sostenere la riconversione del comparto automotive, o se opterà per un recupero di risorse da un settore che ancora fatica a innovarsi e a competere.