Extraprofitti fotovoltaici: GSE chiede i pagamenti senza attendere il giudizio della Corte UE
Il GSE ha inviato ai proprietari di impianti fotovoltaici in Conto Energia con potenza superiore a 20 kWp le fatture relative agli “extraprofitti”. Una decisione che ha colto di sorpresa moltissimi operatori, considerando che la Corte di Giustizia dell’Unione Europea non si è ancora pronunciata su tale tema.
Monza, 27 febbraio 2025 –Nei giorni scorsi, il GSE ha inviato ai proprietari di impianti fotovoltaici in Conto Energia con potenza superiore a 20 kWp le fatture relative agli “extraprofitti”, in applicazione dell’art. 15-bis del DL 4/2022. Una decisione che ha colto di sorpresa moltissimi operatori, considerando che la Corte di Giustizia dell’Unione Europea non si è ancora pronunciata su tale tema.
“ITALIA SOLARE ritiene questa scelta del tutto inappropriata. Il GSE avrebbe dovuto quantomeno attendere il pronunciamento della Corte UE, che potrebbe rimettere in discussione il criterio di adeguatezza della tariffa base oltre la quale si richiede la restituzione dei ricavi”, ha detto Paolo Rocco Viscontini, Presidente di ITALIA SOLARE.
Infatti, nella sua memoria, l’Avvocato Generale della Corte UE ha sottolineato che la tariffa dovrebbe garantire il mantenimento dei segnali di investimento e, insieme agli incentivi, la copertura dei costi di realizzazione e gestione degli impianti. Tuttavia, i valori stabiliti nel DL 4/2022 (tra 56 e 61 €/MWh a seconda della zona di mercato, 75 €/MWh in Sicilia) sono ben al di sotto del limite di 180 €/MWh indicato dalla Commissione Europea per le misure di contenimento del caro energia.
Una diffida con soli 7 giorni per pagare
Ulteriore motivo di sconcerto è la modalità con cui è stato richiesto il pagamento: una diffida con un termine perentorio di soli 7 giorni. Un’imposizione che mette in difficoltà migliaia di proprietari di impianti, compresi enti locali, che rischiano di trovarsi privati delle risorse necessarie per il regolare pagamento delle rate dei finanziamenti.
Gli impianti in questione, realizzati tra il 2006 e il 2013, sono stati finanziati con investimenti per milioni di euro per MWp, basati su business plan che consideravano tariffe di cessione alla rete tra 100 e 120 €/MWh. Dal 2014 al 2020, i prezzi dell’energia sono stati spesso inferiori ai 60 €/MWh, con punte di 20-30 €/MWh nel 2020 a causa della pandemia, mettendo a rischio la sostenibilità finanziaria di molti impianti e limitando la possibilità di effettuare interventi di revamping e manutenzione.
L’aumento dei prezzi dell’energia nel 2022 aveva permesso di recuperare liquidità e investire nella riqualificazione degli impianti, ma il DL 4/2022 ha poi imposto una soglia tariffaria troppo bassa per trattenere i ricavi eccedenti, in un contesto in cui gli stessi impianti avevano già subito riduzioni tariffarie con il provvedimento dello Spalmaincentivi.
Un ricorso giudiziario in corso
Molti produttori hanno scelto di pagare confidando in una futura restituzione, ma molti altri hanno avviato ricorsi. ITALIA SOLARE ha sostenuto quasi 500 produttori nel ricorso al T.A.R. Lombardia, che con la sentenza n. 357/2023 ha dato loro ragione, una decisione ora appellata al Consiglio di Stato. Anche il T.A.R. ha sottolineato che la questione è subordinata al giudizio della Corte Europea, che potrebbe ridefinire i parametri della tariffa soglia.
Inoltre, gli importi richiesti dal GSE potrebbero essere errati, non tenendo conto di costi operativi e oneri come gli oneri di sbilanciamento, né degli importi già versati.
Con la diffida di pagamento si acuisce il nervosismo di molti operatorio che risultano così più propensi a far partire una nuova ondata di ricorsi, con un impatto inevitabile sullo Stato che rischia di non riuscire a recuperare i fondi previsti dal prelievo extraprofitti.
Incontro con il GSE: possibile dilazione, ma restano le criticità
Lunedì l’associazione ha incontrato i vertici del GSE, ai quali ha chiesto di valutare una dilazione dei pagamenti e concedere più tempo a chi non ha ancora compilato il questionario sulla modalità di cessione dell’energia. L’obiettivo è di riuscire ad arrivare ad aprile, momento in cui è prevista la sentenza della Corte Europea.
“ITALIA SOLARE ribadisce la necessità di attendere il giudizio della Corte Europea e, meglio ancora, quello del Consiglio di Stato – conclude Viscontini –. Ma soprattutto serve una revisione della soglia tariffaria, che è oggettivamente troppo bassa e penalizza eccessivamente chi ha investito negli impianti”.
Richiesta al MEF e al MASE di una revisione della tariffa-soglia e di dilazioni nei pagamenti
ITALIA SOLARE ha trasmesso al MEF e al MASE una comunicazione in cui chiede di trovare urgentemente soluzioni per limitare, ridurre e dilazionare i pagamenti, per evitare un impatto finanziario ingiusto e pesante per molti operatori del settore, ma soprattutto ha ribadito la necessità di rivedere al rialzo la tariffa-soglia oltre cui occorre restituire i relativi ricavi.
Già ci troviamo di fronte a un nuovo provvedimento retroattivo, dopo il Decreto Spalmaincentivi. Se non si attenuano i danni di questo prelievo, il risultato non potrà che essere un ulteriore impatto negativo sulla fiducia di chi intende investire nel fotovoltaico, sia esso un soggetto industriale o finanziario. Nella migliore delle ipotesi gli investitori alzeranno il rendimento target minimo, visto l’ormai consolidato ed elevato “rischio paese”. In pratica, le tariffe offerte nelle aste dell’imminente Decreto Fer X rischiano di posizionarsi su livelli elevati, con costi per la collettività ben superiori alla raccolta di soldi dagli extraprofitti che ora il governo pensa di ottenere.
ITALIA SOLARE continuerà a sostenere i produttori e a promuovere azioni legali affinché venga garantita la sostenibilità economica degli impianti fotovoltaici, senza ingiustificate penalizzazioni retroattive.