Intelligenza artificiale: Michael Spence propone un centro europeo per guidare lo sviluppo e ridurre il dominio delle grandi multinazionali.

Intelligenza artificiale: Michael Spence propone centro studi internazionale

Intelligenza artificiale: Michael Spence propone un centro europeo per guidare lo sviluppo e ridurre il dominio delle grandi multinazionali.

Michael Spence, Premio Nobel per l’Economia nel 2001, ha proposto la creazione di un centro europeo per l’intelligenza artificiale, simile al CERN, per radunare i migliori esperti e gestire strategicamente lo sviluppo e l’uso dell’IA. Secondo Spence, non basta mitigare i rischi come stanno ipotizzando i governi, ma sono necessari investimenti significativi per diventare protagonisti di questa rivoluzione, attualmente dominata da multinazionali come Google, Amazon, Meta e Microsoft. Spence ha espresso questa visione durante il Festival dell’Economia di Trento 2024, incantando il pubblico di giovani, famiglie e docenti al Teatro Sociale.

«Serve un Cern per l’intelligenza artificiale: un grande centro europeo che raccolga le migliori menti in tanti ambiti diversi, per gestirne l’architettura e gli impieghi strategici e non li lasci decidere alle grandi multinazionali come Google, Amazon, Meta e Microsoft: non basta solo mitigarne i rischi come i Governi stanno ipotizzando di fare, ma servono imponenti investimenti per diventare protagonisti di questa rivoluzione che si sta svolgendo adesso, sotto i nostri occhi»

Spence vive in Europa, a Milano, e insegna all’MBA della SDA Bocconi, dopo una lunga carriera come professore emerito alla Stanford University. Al festival, ha ribadito che l’intelligenza artificiale generativa porterà crescita economica grazie all’aumento della produttività. Ha invitato a superare i pregiudizi negativi verso l’IA, sostenendo che essa non sostituirà i lavoratori, ma li aiuterà a liberarsi di compiti ripetitivi per dedicarsi a attività a maggiore valore aggiunto e creatività.

L’IA, secondo Spence, avrà un impatto democratico, specialmente nel campo medico, fornendo servizi diagnostici avanzati anche in aree remote o nei Paesi in via di sviluppo. Inoltre, abbrevierà i tempi di ricerca scientifica, facilitando la messa in commercio di cure e prevenzioni, per esempio nella terapia genica e biochimica.

«L’intelligenza artificiale sarà una rivoluzione democratica, perché, ad esempio in campo medico, è in grado di fornire servizi ad alto valore, ad esempio nel campo della diagnostica, anche a chi non se li potrebbe permettere, perché in aree remote o in Paesi in via di sviluppo. Infine, ci saranno effetti benefici nel campo della ricerca scientifica, perché abbrevia i tempi per mettere sul mercato cure e prevenzione, ad esempio nel campo della terapia genica e della biochimica».

Al festival, non tutti erano d’accordo con l’ottimismo di Spence. Molti eventi hanno sollevato preoccupazioni sui costi elevati degli investimenti necessari e il rischio di perdita di posti di lavoro. Tuttavia, Spence ha risposto che l’intelligenza artificiale generativa stimolerà la crescita economica e aumenterà la produttività a lungo desiderata.

Inoltre, Spence ha parlato della transizione energetica come un altro motore di crescita economica. Ha sottolineato la necessità di ingenti investimenti in energia rinnovabile, gestita da reti intelligenti supportate dall’IA, per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili.

«Serviranno investimenti ingenti anche per la transizione energetica – ha detto – ma si tratta di una svolta inevitabile, che sta già catalizzando ingenti investimenti privati e ci libererà dalla dipendenza dai combustibili fossili. Anche su questo fronte, il digitale aiuterà: le infinite micro-centrali elettriche per gestire l’energia da fonti rinnovabili (in particolare eolico e fotovoltaico), saranno gestite da grandi reti comandate dall’intelligenza artificiale, liberando capacità di creazione di energia elettrica di cui ci sarà una domanda crescente e imponente».

Nonostante le sfide attuali, caratterizzate da shock geopolitici, pandemici, energetici e sociali, Spence rimane ottimista. Ha presentato il suo libro “Permacrisi: Un piano per riparare un mondo a pezzi”, scritto con Gordon Brown e Mohamed El-Erian, nel quale affronta le crisi multiple e permanenti. Secondo Spence, queste crisi possono essere trasformate in opportunità grazie agli strumenti avanzati creati dalla tecnologia e dalla ricerca. Ha concluso sottolineando l’importanza di aiutare i lavoratori a non cedere alla disinformazione e al timore di essere sostituiti dall’IA, e di supportare le piccole e medie imprese nella doppia transizione ecologica e digitale, essenziali per l’economia di molti Paesi, inclusa l’Italia.

«Abbiamo comunque a disposizione degli strumenti fenomenali, creati dalla tecnologia e dall’avanzamento della ricerca in tutti i campi; per questo, io spero che si possa trasformare un contesto veramente complesso in un’opportunità: non succederà domani, ma bisogna lavorare in quel senso. Di sicuro, bisogna aiutare i lavoratori a non cedere alla disinformazione e al disfattismo derivante dal timore di essere sostituiti dall’intelligenza artificiale. E bisogna aiutare le piccole e medie imprese, che non sanno come orientarsi in uno scenario così complesso, ma non possono essere lasciate indietro nella doppia transizione in atto, ecologica e digitale, perché costituiscono la base dell’economia di quasi tutti i Paesi, compresa l’Italia».

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