Stellantis: crisi e prospettive per l’industria auto
Tavares risponde alle critiche in Commissione, evidenziando i piani per il futuro nonostante la crisi dei volumi.
Durante l’audizione in Commissione Industria, il CEO di Stellantis Carlos Tavares ha affrontato un acceso confronto con i parlamentari riguardo alla situazione attuale dell’industria automobilistica in Italia. I rappresentanti politici hanno sollevato preoccupazioni sui volumi produttivi in calo, sulla crescente cassa integrazione e sulla diminuzione delle immatricolazioni. In particolare, Carlo Calenda ha ricordato che Stellantis ha perso oltre 11.000 addetti negli ultimi anni, mentre Giuseppe Conte ha accusato Tavares di comportarsi da “liquidatore” del Gruppo. Inoltre, la segretaria del PD, Elly Schlein, ha parlato di segnali di disimpegno da parte dell’azienda, mentre Luca De Carlo, presidente della IX Commissione Senato di Fratelli d’Italia, ha chiesto conferme sul rispetto degli obiettivi di riduzione delle emissioni.
Tavares ha risposto affermando che le difficoltà dell’industria sono legate alle scelte legislative e ai regolamenti europei. Ha voluto rassicurare i presenti, affermando che non esiste alcuna intenzione di abbandonare l’Italia o di ridurre il peso dei marchi nel mercato italiano. Ha anche difeso il piano industriale presentato ai sindacati, che prevede assegnazioni specifiche per stabilimenti fino al 2030.
Una notizia significativa riguarda l’anticipo della produzione del modello ibrido della Fiat 500 nello stabilimento di Mirafiori. Durante l’audizione, Tavares ha anche menzionato il suo impegno per mantenere una competitività superiore nel mercato europeo, enfatizzando l’importanza di una Gigafactory a Termoli, ma sottolineando la necessità di rimodulare i termini per garantire tecnologia avanzata.
Nonostante le difficoltà, Stellantis ha confermato gli obiettivi del piano industriale per il 2030 e prevede di aumentare la produzione di veicoli elettrici entro il 2025-2026. Tuttavia, Tavares ha notato che la domanda di veicoli elettrici in Europa, specialmente in Italia e Spagna, rimane bassa, con una penetrazione inferiore al 5%. Il CEO ha anche sottolineato la sua contrarietà a posticipare le scadenze europee per le emissioni, avvertendo che un rinvio potrebbe avvantaggiare i concorrenti in difficoltà.
Il contesto si complica ulteriormente con il calo del 30% dei volumi di Stellantis rispetto all’anno precedente e la crisi di aziende fornitrici, come la Denso di Poirino, che ha annunciato 150 esuberi. I sindacati hanno lanciato un allerta, programmando manifestazioni a Roma e Torino per il 18 ottobre, per sottolineare l’importanza del settore automotive nell’economia italiana. L’obiettivo comune è affrontare le sfide della transizione ecologica e le pressioni del mercato globale, necessitando un’azione congiunta da parte di tutte le parti coinvolte per salvaguardare l’occupazione e il futuro dell’industria automobilistica in Italia.